Domanda del giorno: come faccio ad incentivare i miei collaboratori?
La prima risposta che viene in mente è quella di offrire dei premi in denaro ed è sicuramente una scelta corretta, ma non è sufficiente per garantire fedeltà e continuità all’azienda.
Il collaboratore è il primo “cliente” della nostra azienda: se non è conquistato e intimamente soddisfatto, non sarà mai in grado di trasmettere al suo pubblico entusiasmo, coinvolgimento, fidelizzazione.
L’unico vero obiettivo che dobbiamo raggiungere è quello per cui chi lavora per noi sia orgoglioso di farlo e questo è sempre vero a partire dal titolare stesso che deve trasmettere il suo entusiasmo anche a chi cerca lavoro, rendendo l’impiego una meta ambita e non una condanna a morte.
Ne consegue che solo il titolare che ama sinceramente e profondamente la sua azienda è in grado di motivare e incentivare i propri collaboratori perché non c’è spinta più forte dell’intima convinzione di fare un lavoro importante, di valore, necessario che può coinvolgere davvero le persone.
In questo contesto i premi in denaro o i miglioramenti contrattuali sanciscono la qualità del lavoro, non ne costituiscono la ragion d’essere: in altri termini si chiama meritocrazia ed è l’unica vera, insopprimibile spinta in grado di elevare le persone ai livelli più eccelsi.