L’idea dominante è che tutte le farmacie siano rigorosamente uguali, facciano tutte la stessa cosa, vendano tutte le stesse cose.
Il modello preponderante è quello del minimarket della salute, del generico negozio popolare di prossimità in cui si vende un po’ di tutto in ambito anche solo vagamente salutistico, dedicato a chiunque e senza alcuna peculiarità specifica.
Tutto questo ha funzionato finché abbiamo lavorato in regime di monopolio e laddove non ci siano competitor diretti e indiretti tali da compromettere il mercato.
Tuttavia, dal momento in cui aumentano le sedi farmaceutiche, aprono altri supermercati o nuovi centri commerciali, la situazione non è più né così rosea né così promettente.
E allora cosa possiamo fare?
In passato il nostro riferimento era il vicino: se una cosa la fa lui e funziona, allora mi ci metto subito anch’io e risolvo di colpo tutti i miei problemi!
Funzionerà? Sicuramente no e per due motivi:
1) nel 2022 l’universo non si esaurisce nell’arco di una manciata di chilometri: le persone oggi si muovono senza difficoltà, non esistono proprio più le zone impervie ed isolate di una volta;
2) l’unica cosa che si ottiene a copiare è di svalutare completamente l’operato di entrambi, iniziando una guerra dei prezzi che porterà a nulla di buono.